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Resoconto Alpinistico Spedizione Esplorativa ZEMU EXPLORATORY EXPEDITION
UN FOTOGRAFO ALPINISTA DEL CAI DI RIETI PER LA SPEDIZIONE INTERNAZIONALE IN HIMALAYA i.m. La spedizione, composta da sette membri, è riassunta nel titolo ufficiale: “KANCHENZONGA ZEMU PEAK EXPLORATORY EXPEDITION 7780m | 8476m”, un progetto ambizioso sia culturalmente sia geograficamente poiché è la prima spedizione in epoca moderna ad ottenere il permesso per operare nell'area del Colle Zemu del Kanchenzonga (8586 mt) da Sud, uno dei luoghi più selvaggi dell'Himalaya, ammirato e mitizzato dai primi esploratori britannici e tedeschi che ne tentarono l'esplorazione tra la fine del '800 e i primi del '900. Su questo colosso puntano quest’anno alcune importanti spedizioni italiane e internazionali che tentano di salire per la via normale o per la parete Nord (la più rischiosa) e per una via inedita. La spedizione K.2014. it salirà per un altro versante ancora, e non incrocerà altre squadre. Oltre che dal reatino Ferri (unico alpinista a rappresentare simbolicamente la macroarea dell’Italia Centro-Sud-Isole), il team è composto da forti alpinisti del Nord: Alberto Peruffo (alpinista CAI Montecchio, leader del progetto che da anni ha lavorato per ottenere i permessi), Francesco Canale (alpinista e guida alpina di Tonezza, tra le più preparate giovani guide alpine italiane), Davide Ferro (alpinista, guida alpina, gestore del Rifugio Campogrosso), Andrea Tonin (alpinista); determinante è la partecipazione di due alpinisti internazionali Anindya Mukherjee (esploratore e alpinista indiano, primo a raggiungere il Colle Zemu da Sud), Cesar Rosales Chinchay (alpinista e guida alpina peruviana, punta della Escuela de Guías Don Bosco 6000 en los Andes di Marcarà). La spedizione in stile alpino, che è stata preceduta in ottobre scorso da un trekking d’avanscoperta a cui hanno partecipato tre reatini, ha ottenuto per gli alti valori esplorativi e culturali, e per l’impegno di basso impatto ambientale (la Solsonica ha fornito pannelli solari progettati per l’occasione) i patrocini della Presidenza Generale del CAI, della Fondazione Sella, di Mountain Wilderness, del Consiglio Regionale del Lazio, infine di Sabina Universitas, che prossimamente inaugurerà un corso di laurea di Scienze della Montagna.
Kanchenzonga (8.586 mt), l'estremo Est himalayano La spedizione al Kanchenzonga (8.586 mt) è guidata da Alberto Peruffo, Capospedizione (CAI Sez. di Montecchio) ed è composta da una squadra di sette preparati alpinisti d’alta quota (compreso un medico), e da Enrico Ferri (CAI sez. Rieti) che come fotografo alpinista documenterà con speciali apparecchiature l’impresa, compreso parte del trekking. Situato al confine fra il Nepal e lo stato indiano del Sikkim, all’estremità orientale del Nepal , il Trekking del Kangchenjunga è considerato uno dei trekking più impegnativi e belli al mondo. La combinazione lunghezza del percorso, quote raggiunte, presenza di neve sui passi e condizioni meteorologiche imprevedibili, rendono questa esperienza una vera sfida, una avventura eccitante ed indimenticabile. Scarica la Scheda descrittiva completa
TREKKING IN KANCHENZONGA L'appuntamento tanto atteso è per martedì 10 Dicembre 2013 alle ore 18.00 presso la sala stampa del teatro F.Vespasiano di Rieti (ingresso libero). Foto dei grandi spazi delle montagne intorno al massiccio del Kanchenzonga: è il reportage nato dal trekking nella regione più orientale dell'Himalaya indiano, il Sikkim. Un cammino lungo e faticoso, un trek d'avanscoperta per la spedizione alpinistico esplorativa del prossimo Marzo 2014. Il trek è partito da Calcutta, passando per selvaggi ambienti subtropicali, fino al passo di Goecha-La (5000 m.), completamente innevato e inaccessibile con l'attrezzatura a disposizione. I trekkers del CAI di Rieti: Fabio Desideri, Riccardo Seri e Antonello Venga lo ricostruiranno in una serata che si preannuncia molto suggestiva e gradevolissima.
Le spedizioni extraeuropee Nonostante il numero relativamente modesto di soci, il CAI di Rieti vanta un impressionante numero di spedizioni, ben superiore a quello della maggior parte delle altre sezioni. Per questo la sezione di Rieti può contare su un bagaglio di conoscenze e di esperienze di eccezionale valore. Tutto è cominciato con un gruppo di alpinisti reatini, alcuni ex GAR, membri del Soccorso Alpino e del Gruppo Roccia “Pietro Porfiri”. La sfida all’alta quota è diventata il loro obiettivo. La loro fisionomia si caratterizzerà da subito, sarà un gruppo coeso che tenderà sempre più a consolidarsi, a volte anche a dividersi, ma in grado di rigenerarsi nel tempo misurandosi progressivamente con le generazioni più giovani. Grazie alla “vecchia guardia”, ad Alberto Bianchetti, Arnaldo Millesimi, Eliano Pessa, Pietro Ratti e Mario Sciarra, oltre a tutti gli altri che più o meno continuativamente hanno preso parte alle spedizioni, si darà rinnovato slancio ed impulso ad un altro capitolo della storia alpinistica del CAI di Rieti.
Sud America Il CAI di Rieti tocca per la prima volta quota 6.000 La prima storica spedizione alpinistica risale al 1983, con destinazione la Bolivia. Le salite delle vette del Cerro Illusion, del Condoriri e dell’Alpamayo Chico culmineranno nella storica ascesa alla Huayna Potosi (6.097 mt). Questa vetta segnerà la prima volta del CAI di Rieti oltre i 6.000 metri di quota. Il Sud America sarà meta privilegiata di altre numerose spedizioni in Argentina, in Bolivia, in Perù, in Cile e in Ecuador, che consentiranno ai soci di raggiungere molte cime a quote sempre superiori ai 5.000 e ai 6.000 mt. come sulla vetta del vulcano Cotopaxi e quella del Licancabur oppure sulla vetta dell’Alpamayo e fino a sfiorare i 7.000 mt come sull’Acongaua, sull’Ojos de Salado, sul Pissis o sul Lullaillaco. La Patagonia sarà meta di altre spedizioni nel tentativo di penetrare il mistero di una natura avversa e ostile attraverso l’avventura in gruppo; tra le numerose vette conquistate si cita quella del Cerro Mocho, prima volta di una spedizione italiana e quella del difficile Cerro San Lorenzo.
Nord America e Terre Artiche Il CAI di Rieti verso il Polo Nord L’obiettivo è anche il profondo Nord, una meta, un percorso, uno scenario di natura profondamente differente. Li aspettano le Terre Artiche, ambienti ostili e mari di ghiaccio, freddi polari e immane senso di solitudine. Cominciano salendo le vette della Groenlandia Occidentale nel 1984, dove di rilievo è stata la salita dell’Umanak-Tinde lungo la Cresta Est, prima ripetizione e prima salita italiana. Nel 1986 si spostano sui ghiacci delle isole Svalbard. Le vivranno prima in piena notte polare e, due anni più tardi, immerse inesorabilmente nella luce totale del giorno. Lo spirito di avventura li porterà a percorrere per mezzo di motoslitte circa quattrocento chilometri tra i ghiacci e a scalare le vette principali, quali la Pyramiden (prima italiana) e il Perriertoppen. Nel freddo dei ghiacci del Nord i nostri soci realizzano una difficile impresa nel 1989, quando conquistano la vetta più alta del Nord America, il Monte McKinley (6.194 mt), in condizioni ambientali rese particolarmente ostili dalla combinazione della quota e della latitudine. Nel 1996 raggiungeranno poi il Polo Nord Magnetico, partendo dalla Terra di Ellesmere, in territorio canadese, e percorrendo un lungo tratto sulla banchisa polare. Infine nel 2000 raggiungeranno, sempre percorrendo un tratto di banchisa, il Polo Nord geografico.
Caucaso Il CAI di Rieti tocca la vetta più alta d’Europa La nuova Europa che nasce dopo la caduta del muro di Berlino mette gli alpinisti del CAI di Rieti sulla strada della conquista di quella che ormai è diventata la vetta più alta d’Europa, il Monte Elbrus, situato nella catena del Caucaso, al confine tra Asia ed Europa. Nel ’99 verrà conquistato anche questo limite e con gli sci si raggiunge e si scende, tra l’altro, la vetta del monte Jaket, si risalgono sempre con gli sci e si ridiscendono due valli pressoché inesplorate sul massiccio dell’Elbrus.
Africa Il CAI di Rieti sulla cima più alta del Continente Nero Il Continente nero non poteva rimanere al di fuori dell’attenzione dei CAI di Rieti. Nel 1985 viene raggiunta sul Monte Kenya la vetta della Punta Lenana (4.985 mt), in seguito, superando elevate difficoltà tecniche su roccia, viene raggiunta la Punta Nelion (5.188 mt.). In Tanzania nel 1998 i soci del CAI raggiungeranno la vetta del Kilimanjaro (Uhru Peak, 5.895 mt.), la più alta del continente africano. Nel 2001 verrà salita la vetta più alta della catena dell’Atlante, il Toubkal (4.167 mt), situato nel Marocco, ai confini col deserto del Sahara. Infine nel 2007 verrà conquistata la Punta Margherita (5.109 mt), la vetta più alta del massiccio del Ruwenzori, in Uganda.
Asia, Himalaya, Tibet Il CAI di Rieti attacca gli 8.000 Fin dal 1986 gli alpinisti reatini si rivolgono al continente asiatico, caratterizzato dai “paesaggi dell’anima” con un tentativo al Kongur (7.719 mt), situato nel Pamir Cinese, nel cuore dell’Asia Centrale. Nel 1987 si ha poi una partecipazione ad una spedizione al Satopanth (7.075 mt.), nell’Himalaya Indiano. Nello stesso anno un piccolo gruppo di soci giunge al Campo Base dell’Annapurna, nel Nepal e lì sale una cima innominata intorno ai 5.000 mt. Nel 1990 si ha un tentativo al Nun (7.135 mt), situato nell’Himalaya Indiano, tentativo che verrà ripetuto nel 1993. Nel 1991 si ha finalmente la conquista del primo ‘settemila’ da parte di soci del CAI di Rieti, che salgono il Pik Lenin (7.134 mt) nel Pamir sovietico. Poi, nel 1993, viene effettuato il primo tentativo ad un Ottomila da parte di soci della sezione, che cercano di salire la vetta dello Shisha Pangma (8.013 mt). Nel 1999 viene conquistato dagli alpinisti reatini un nuovo record di quota quando raggiungono la vetta del Muztagh Ata (7.560 mt.), nel Pamir Cinese, che avvicina i nostri al limite degli ottomila tanto agognato. I tentativi di conquista delle “cattedrali del cielo” proseguono dal 2002: la spedizione reatino-aquilana al “Cho Oyu” (8.201 mt), della quale il capo spedizione è stato il Presidente Onorario Alberto Bianchetti, conquista la vetta con l’alpinista aquilano Giampaolo Gioia, grazie al grande lavoro di squadra di tutti gli alpinisti partecipanti. |
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Gruppo Seniores
II Gruppo Seniores si è costituito il 26 Novembre 2009, con delibera del Comitato Direttivo, su iniziativa di alcuni soci del CAI di Rieti. [Continua]
Gruppo Alpinismo Giovanile
Sei un giovane aquilotto? Vuoi diventarlo? Qui ci sono iniziative fatte apposta per te e per i tuoi amici!
Hai un'età compresa tra i 10 e i 17 anni? Vuoi passare una domenica sportivamente all'aria aperta con i tuoi coetanei? E' nato ora per te Il Gruppo di Alpinismo Giovanile. [Continua..]
Gruppo Roccia Terminillo
II Gruppo si è costituito il 13 Novembre 2002, su iniziativa di alcuni soci del CAI di Rieti, per svolgere all'interno della sezione iniziative tendenti a promuovere e praticare l'attività di arrampicata ed alpinismo di media difficoltà. [Continua]
Coro
Il "CORO CAI Rieti" si è costituito nel 1994 nell'ambito della locale Sezione del Club Alpino Italiano, per iniziativa di alcuni soci. Oltre che per il piacere di cantare, il coro nasce anche con lo scopo di coltivare e diffondere la passione per il canto, che da sempre ha accompagnato la vita dell'essere umano. [Continua]
Gruppo speleologico "le Talpe"
Il gruppo speleologico “Le Talpe” nasce come gruppo indipendente nel 1987 ed era costituito principalmente da Armandino e Giuseppe Colasurdo, Roberto Ferri, Mauro Pietraforte ed altre persone che saltuariamente si aggregavano alle uscite. [Continua]
Escursionismo
L’escursionismo o trekking è un’attività motoria che consiste nel camminare in natura. Litorali, montagne, valli, colline, campagne, qualunque tipo di ambiente naturale va bene. Il trekking può essere praticato da tutti in quanto la difficoltà non è intrinseca, [Continua]
Sci di Fondo Escursionistico
Lo Sci Escursionismo risponde alle aspirazioni di chi cerca un più intimo contatto con la natura, utilizzando gli sci come mezzo per muoversi sulla neve. Lo Sci di Fondo ha fatto la sua comparsa nella nostra sezione nei primi anni '90.. [Continua..]
Scuola Lamberto Brucchietti
Finalmente si è costituita la Scuola di Arrampicata Libera “Lamberto Brucchietti” della sezione del Club Alpino Italiano di Rieti [Continua]
Tutela Ambiente Montano
In merito alla sezione di Rieti, non si può dimenticare l’impegno profuso dal CAI nella difesa della natura montana, concretizzato nelle numerose iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di denunce alla magistratura. [Continua]
Gruppo MontagnAttiva
Il gruppo MontagnAttiva, la nuova realtà della sezione, nasce dall’iniziativa di alcuni giovani soci ed è dedicato agli amanti delle attività all’aperto. [Continua]
Gruppo Territoriale Rascino
Il gruppo è nato ufficialmente nel 2009 per iniziativa di Bruno Ranieri e di un piccolo gruppetto di suoi amici del "Cicolano", con lo scopo di valorizzare le montagne locali e per l'amore e la passione del territorio. Nasce dalla passione per la montagna, nel rispetto della natura ed ha come missione la volontà di avvicinare le persone alla montagna ed agli sport all'aria aperta. Nasce anche come momento di aggregazione e volge ad avvicinare le persone oltre che ai luoghi naturalistici anche ai piccoli centri storici. Il gruppo opera sul territorio con varie attività sociali.